La progressiva attenuazione degli strumenti e delle soluzioni di assistenza pubblica ha riportato alla ribalta il Welfare Aziendale.

Il welfare aziendale non è un’invenzione o una trovata degli ultimi tempi ma è già da tanto tempo che è presente nel “sistema retributivo italiano”.

Un esempio?
L’auto aziendale data in uso al dipendente, il telefonino dato in dotazione al commerciale, oppure i 1000€ dati al lavoratore in occasione della nascita per il suo primo figlio…. etc etc.

Ma…che cos’è realmente il Welfare Aziendale?

E’ il mix di beni e servizi che l’impresa può riconoscere ai propri dipendenti in aggiunta al mero trattamento economico-retributivo in modo da accrescere il loro benessere personale e famigliare.

Per alcune soluzioni di welfare la legge consente un vero e proprio risparmio in termini di costi , con un totale abbattimento della pressione contributiva e fiscale.

Il ché, rende queste misure particolarmente appetibili.

Si vince tutti.

In pratica l’azienda può scegliere di riconoscere ai propri dipendenti una determinata serie di beni e servizi il cui valore economico sarà percepito e goduto in maniera piena e totale dai lavoratori. [
Ad esempio corsi professionali, ingressi in palestra, asili nido, borse studio, check up medici etc]

Sostanzialmente un rapporto 1:1, se 100€ è il valore percepito da lavoratore, il servizio sarà costato all’azienda “solo” 100€.

Per il lavoratore è un vantaggio perchè in questo modo usufruisce di un servizio o gode di un bene per l’intero e pieno valore del bene stesso, senza trattenute e senza decurtazioni

E’ un gioco in cui non vincono solo l’azienda e il lavoratore ma anche, in parte, lo stato:

 Il datore fidelizza il lavoratore , a cui, nei fatti, riesce a riconoscere una retribuzione con maggior valore reale spendibile.

 Il lavoratore percepisce immediatamente il peso economico del bene o del servizio ricevuto perchè ciò allevia le sue uscite finanziarie.

 Lo stato vince, perchè il welfare aziendale gli consente di coprire alcune falle del sistema pubblico (contributivo, fiscale, previdenziali, assicurativo e sanitario, educativo …).

Il paniere di riferimento.

Nel paniere del Welfare ogni imprenditore è libero di mettere ciò che vuole.

Può mettere tutto quello che gli viene in mente.

Se preferisce, può mettere dei buoni spesa, o pagare l’asilo ai figli dei suoi dipendenti, oppure stipulare delle polizze assicurative per infortuni che possono accadere fuori dal lavoro, può prevedere la flessibilità dell’orario di lavoro, o del luogo di lavoro…..

E’ veramente possibile poter dar libero sfogo alla fantasia di ogni imprenditore.

L’unica avvertenza da considerare è che non tutti i beni e servizi sono esclusi da imposizione fiscale e contributiva e per alcuni di questi bisogna rispettare alcune indicazioni date dalla legge.

Quindi prima di attivare il piano di welfare è sempre bene consultarci.

I più usati.

Lungi dal voler essere esaustivi, ecco una breve carrellata dei benefits che solitamente compongono i piani di welfare aziendale

• buoni benzina
• rimborso spese per badanti
• rimborso spese per libri scolastici
• contributi aggiuntivi per la previdenza complementare
• assistenza sanitaria
• mensa aziendale
• asili nido aziondali
• sistemi di conciliazione vita-lavoro
• consulenza legale
• carrello spesa
• borse di studio
• spese per il trasporto
• stage per i figli dei dipendenti
• cure pediatriche
• cure odontoiatriche
• check up medici
• vaccinazioni
• contributi per centri estivi

Ma…Come si fa a Dare questi Beni e Servizi ai Dipendenti?

Il piano di welfare aziendale può essere riconosciuto:

-o individualmente
-o alla generalità dei lavoratori o a categorie omogenee di essi (quello chi io chiamo GE.C.O.)

Quale soluzione preferire?

Nel caso in cui il datore di lavoro decida di concedere il Welfare Aziendale alla generalità dei lavoratori o a categorie di essi la legge gli consente di avere un canestro molto più vasto-denso di beni e servizi a cui legare una maggiore defiscalizzazione.

Ciò per promuovere maggiormente un sistema di Welfare Aziendale Diffuso a più lavoratori, e generare, in questo modo, valore per più persone.

In questo caso sarà possibile attingere a maggiori possibilità offerte dalla legge in riferimento a benefit esenti da imposte e contributi con un evidente e importante risparmio di costi.

Ma… in pratica come si fa?

Le procedure e le modalità da seguire per concedere beni e servizi ai dipendenti sono differenti in base a come il datore di lavoro vuole gestire questa possibilità.

• Concessione Individuale

In questo caso, il datore concede beni e servizi a un solo lavoratore o ad alcuni ben identificati lavoratori.

Questo può avvenire, inserendo la previsione dell’elargizione di un particolare servizio o bene nel contratto di assunzione oppure in un accordo individuale a parte, coevo o successivo all’assunzione stessa.

Ad esempio, nel caso dei dirigenti, vengono previste apposite assicurazioni infortuni extraprofessionali a favore del lavoratore e dei suoi familiari.

• Concessione alla Generalità dei Lavoratori o a Categorie di essi

In questo caso il datore di lavoro è intenzionato a riconoscere beni o servizi ad una platea più o meno ampia di lavoratori .

Potrà farlo attraverso la redazione di un regolamento aziendale oppure attraverso un accordo con i sindacati.

Criticità e opportunità

A questo punto delle breve trattazione spero mi sia concesso fare una chiosa e un mio punto personale sugli aspetti critici e le opportunità che il sistema ci consegna.

Questa tipologia di intervento favorisce sostanzialmente le imprese che possono permettersi di sostenere un costo aggiuntivo.

Per poter cogliere appieno questa opportunità è necessario poter contare su un margine economico sufficiente che consenta di sostenere il costo -seppur sgravato da tasse e contributi (passatemi la terminologia non proprio specialistica)- per avviare il piano di welfare.

Aggiungo, tra le note dolenti, la gestione amministrativa abbastanza complessa che un piano di welfare implica per le piccole realtà: acquisto pacchetti di beni o servizi, rendicontazione, distribuzione, informazione etc.
[anche se esistono alcune piattaforme che possono aiutare nella gestione dei panieri di welfare, il costo per una piccola azienda rimane troppo alto].

A controbilanciare tali aspetti, vi è l’innegabile vantaggio di poter creare un paniere di beni e servizi su misura per i propri dipendenti, consegnando dei benefit che DANNO vero valore, benessere e aiuto ai lavoratori e che avvicinano l’azienda alle loro esigenze. Quindi creare beneficio e valore extra per il proprio personale.

Se consideriamo l’opportunità di poter realizzare dei piani di welfare defiscalizzati e a zero contributi, con un evidente risparmio di costi (anche rendendoli deducibili dal reddito di impresa), possiamo sostenere che aspetti negativi e aspetti positivi si equivalgono e si pareggiano..

[NB anche se non è oggetto della presente trattazione , le conversioni del premio di risultato in welfare aziendale possono avvenire solo sulla base di un contratto collettivo di secondo livello: aziendale territoriale, nei limiti di 3000€ annui]

Quindi come si procede?

Per dare un’idea di come muoversi nella progettazione e realizzazione del piano di welfare, riporto qui di seguito, con un copia ed incolla, lo stralcio del metodo e del processo diretto all’elaborazione di piani di welfare ad uso nostro interno. (che abbiamo sopranominato Pi.An.I.Fi.Ca acronimo di Pianificare, Analizzare, Istituire, Far Iniziare, Calcolare)

Pianificare
ovvero il Momento della decisione

In questa fase il consulente del lavoro e il datore di lavoro devono verificare la capacità in termini di SPESA aziendale sostenibile, la solidità finanziaria della proposta di welfare e la base su cui fondare il sistema in termini di risultati e obiettivi a cui legare gli interventi di welfare aziendale.

In breve, in questo step dobbiamo chiarire e portare alla luce i seguenti punti fondamentali:
1. capacità di spesa del datore di lavoro
2. esigenze e obiettivi di risultato da raggiungere attraverso la concessione del piano di welfare
3. pre esame sui beni e i servizi da porre come “premio” al raggiungimento degli obiettivi del punto 2

Alla fine di questa fase è lecito attendersi questo risultato:
1. determinazione degli obiettivi da raggiungere e a cui legare il piano di welfare
2. quantificazione della marginalità minima dell’operazione (sostanzialmente spese vs. benefici)
3. elenco dei beni e servizi che potrebbero andar bene per i risultati economici da raggiungere
4. un primo abbozzo delle regole del gioco: parametri di misurazione dei risultati e delle performance e riconoscimento modulato dei beni e dei servizi

Analizzare
ovvero il Momento del sondaggio

In questa fase chiediamo ai lavoratori di esprimere una preferenza in merito alla composizione del paniere di “benefits” stabilito dal datore di lavoro e che è stato determinato nella fase precedente.

Qui i lavoratori possono attribuire dei punteggi di valore su base personale ai singoli beni e servizi proposti dall’azienda e che andranno eventualmente a comporre il paniere di riferimento.

Istituire
ovvero il Momento dello studio dei dati e elaborazione della proposta del piano di welfare

In questa fase si elaborano i dati raccolti dal sondaggio fatto con i lavoratori e si mettono in relazione con quanto stabilito nella fase 1 – Pianificare, la fase della decisione- e si prepara la proposta di welfare calibrandola sugli obiettivi di risultato da perseguire.

(appunti per l’operatore: In questa fase è necessario che il consulente o il professionista consegni al datore di lavoro anche il prospetto -budget previsionale dei costi legati al piano di welfare. (meglio farlo già nella fase della decisione, in questo step si riprende il budget e lo si adegua alla bozza definitiva del piano di welfare)

Far Iniziare

ovvero la Presentazione del piano di Welfare e sua attivazione

Arrivati a questo punto, nel caso in cui l’azienda sia determinata a proseguire, verrà presentato il piano di welfare ai lavoratori. Glielo si comunica nelle forme che riteniamo più convenienti al contesto. Esempio cartaceo o via mail etc
E parte finalmente anche l’attivazione del piano, con rilevazioni, misurazioni e screening dell’ andamento del sistema messo in campo.

Calcolare

ovvero la fase del Monitoraggio, del calcolo dei pro e contro e della verifica.

In questa fase, che di solito è a conclusione del periodo di vigenza del piano di welfare aziendale si analizzano i risultati ottenuti e li si confronta con quelli proposti, presupposti e pretesi (costi, benefici) nella fase 1 – Pianificare , il momento della decisione-; e si valuta se continuare o chiudere l’esperienza di welfare aziendale.

Per chi ama le tabelle, riportiamo la tabella in cui schematizziamo e suddividiamo i vari interventi di welfare in relazione alle categorie di beni e servizi con indicazione degli aspetti fiscali connessi.
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